martedì 19 luglio 2016

2' tappa: Pontedeume/Betanzos (20 km)


Mi sveglio alle 7, tardi, oggi posso, la tappa prevede solo 20 km. Mi preparo con calma ed esco, ieri sera mi sono informata e il bar apre alle 5, quindi non posso rimanere senza colazione come ieri. Arrivo al bar e mi accorgo di non avere la guida. L'ho lasciata in stanza. Peccato che per entrare in stanza serve un codice da inserire nella porta principale. Il codice è scritto su di un biglietto che ho giustamente lasciato in stanza, pensando non mi sarebbe servito. Lascio lo zaino al bar e corro in hostal. Faccio appello a tutta la mia memoria visiva, ma niente, 'sto codice non me lo ricordo. Intanto mangio, torno al bar e preoccupata penso che potrei lasciare lì la mia guida, in realtà non posso, è preziosa perché ci sono i percorsi, le altimetrie e i numeri di telefono che possono essermi utili. Pago, riprendo lo zaino e torno alla porta d'entrata non poco preoccupata. Dopo qualche tentativo la porta si apre, il cervello con lo zucchero lavora meglio! 
Salgo le scale di corsa e prendo la guida sopra al letto. 


Sono le 8, tardissimo! 
La tappa parte subito con un'aspra salita che affronto con sicurezza. In realtà credo di essermi allenata per bene perché dopo i 30 km di ieri le gambe sono leggere senza dolori. Di solito qualche doloretto c'è sempre, soprattutto ai polpacci o ai quadricipiti femorali. Oggi nulla, solo, solo si fa per dire, un gran male a quelle due vesciche ai talloni. A questo punto, dall'alto dei miei due Cammini passati, posso dire che non sono le scarpe, bensì il peso dello zaino, che insieme all'andatura e ai chilometri creano sfregamento nella parte esterna dei talloni. Sono odiose queste vesciche perché non sono grandi e non si possono bucare e perché sono sulla parte più spessa della pelle. Ormai sono un'esperta di questi malori da viandante. Ho messo due Compeed, per progetterle da ulteriori sfregamenti, ma ormai è fatta, me le tengo e loro me lo fanno ricordare ad OGNI passo. Vabbè, forse dovrò scontare qualche peccato in più! 


Ecco Pontedeume dall'alto. La vista sicuramente ripaga. 



La giornata si prospetta un po' più fresca di ieri, c'è un leggero venticello. 
Le previsioni non erano benevole ieri, il Tg prevede mucho calor e raccomanda di non uscire nelle ore più calde. 


Questo è il Cammino meno frequentato finora. Ho incontrato solo una coppia di fidanzati silenziosi e due giovani amiche spagnole stremate dalla fatica le quali mi hanno chiesto quanto mancava alla fine della tappa. 



Attraverso diverse aree rurali, poche case abitate solo da anziani e pochi bambini. 
In realtà mi fanno male le spalle perché non abituate allo zaino e al suo peso che con l'acqua e il cibo arriverà a 10 kg... All'altezza della clavicola ho un male cane dovuto dallo sfregamento dello spallaccio dello zaino.



Davanti un'aia vedo un anziano seduto  con la testa abbassata, i capelli sono bianchi, sembra stanco. 
Si gratta il braccio. 
Sono circa dieci secondi, ma sono un tonfo al cuore. 
Si è grattato il braccio come faceva mio padre, nello stesso identico modo. 
Lo saluto. 
Alza lo sguardo, mi guarda, ma gli occhi sono sofferenti. 
Ha un'aria molto familiare. 
Non ricambia il saluto e riabbassa la testa. 
Un dolore interno esce fuori in un pianto a dirotto che si mischia al sudore del volto. 
Piango e mi lascio andare. Cammino e piango. 
Tanto non mi vede nessuno. 
Forse avevo bisogno di piangere perché non mi fermo più. Mi lascio andare ed assecondo il dolore. 



Ho letto da qualche parte che il Cammino ti spoglia, ti toglie tutti i panni lasciandoti nuda per poi rivestirti degli abiti migliori. È proprio così e non mi lascio spaventare da tanta emotività che mi soccombe. 

...poi un sms da un'amica.



Proprio in quel momento. Sembra medicina. Che tempismo Francy. Grazie, mi hai fatto stare meglio.



Attraverso il paese di Mino e supero un ponte, da lontano vedo una coppia di anziani, l'uomo davanti, la donna, vestita particolarmente bene, più lenta dietro. 
L'uomo incrociandolo mi dice: "Hija Bon Dia" (buongiorno figlia). 
Riscoppio a piangere. 
Cazzo che mattinata! Forse ho gli ormoni troppo emotivi oggi! 




Attraverso un altro ponte, in località Paderne ma non dev'essere stata una stagione piovosa, visto che tutte le barche sono all'asciutto! 



Visto che nessuno mi può fotografare riscatto un'altra foto scema, il sorriso è tornato. 



Arrivo a Betanzos alle 13. 
La mia velocità è 4 km all'ora. 
Cerco per dormire, questa è la fase più nervosa della giornata perché sono stanca e l'unica cosa che voglio è fare una doccia e un letto, spesso non è così scontato come negli altri itinerari perché questo è meno frequentato e meno organizzato. 


Attraversando la piazza principale sento una voce che mi chiama, proviene dalla chiesa principale, è il prete che mi chiama. Addirittura! 
Mi avvicino e lo raggiungo. Mi chiede se voglio fare il "sello" o timbro sulla credenziale. Lo ringrazio e me lo faccio fare. Intanto entro nella prima chiesa che trovo aperta finora. 
È la chiesa di Santiago, un edificio gotico con tracce romaniche risalente al XIII sec. Molto bella. Ringrazio il parroco che mi consiglia un posto per dormire. In questa cittadina non esiste un ostello, incredibile. 
Trovo una stanza in un appartamento con bagno condiviso. La proprietaria mi accoglie con grande affabilità. 



Faccio la doccia, il bucato e...dormo mezz'ora. 

Un altro segreto acquisito dopo l'esperienza pellegrina, è che il riposo va bene, ma per evitare dolori il giorno dopo, bisogna sciogliere i muscoli passeggiando, quindi esco e faccio la turista. 
Questa cittadina è molto carina, una grande piazza e diversi luoghi storici da visitare. 



Mi siedo ad un bar e mi studio la tappa di domani che dal punto paesaggistico viene definita la tappa più affascinante del Camino Inglès. 28 km e la guida suggerisce di fare scorta di acqua e cibo visto che nel tragitto non troverò nulla per ristorarmi e neanche una fonte. 
Ah, all'arrivo un solo ostello da 22 posti letto, quindi dovrò anche essere veloce altrimenti rimango senza letto! 

Siccome qua di pellegrini non si vede manco l'ombra, sono 3 giorni che al massimo avrò scambiato due battute con qualcuno, mi consolo e me ne vado in un ristorante figo. Almeno faccio godere le papille gustative! 




2 commenti:

  1. Come sempre grazie di questa finestra su un mondo che non ho visto e che forse non vedrò mai. Ha dimenticavo ! Forza Licia !

    RispondiElimina
  2. Non è facile condividere le proprie emozioni con tale spontaneità, ma anche questo è il bello che ti caratterizza. Chi ti ama, ovunque sia, condivide i tuoi passi...chi ti legge apprezza la tua generosità nel regalarci la tua quotidianità e nel farci viaggiare con te. Buen camino, ULTREYA e coraggio!!!

    RispondiElimina